Negli ultimi giorni in Italia, sui social media e non solo, il tema del Catcalling è tornato alla ribalta grazie allo sfogo di alcune personalità pubbliche. Certo, non è un tema di cui si parla costantemente ma per chi è donna credo invece sia una sotto trama costante nella vita quotidiana. Mi sono resa conto che, come me, molte altre donne vengono condizionate nelle loro scelte di tutti i giorni dalla possibilità o meno di trovarsi in situazioni che vengono percepite come “di pericolo”, fuori dalla nostra zona di comfort o anche solo spiacevoli. Spesso tornare da lavoro, uscire con il cane, fare determinati percorsi (es. lo spazio preposto al passaggio pedonale sotto le impalcature) per noi non è facile come per un uomo poiché spesso ci si ritrova target di attenzioni indesiderate e fuori luogo. Mi capita piuttosto spesso di vivere situazioni simili, anche alle 8 di mattina indossando un cappotto lungo e con il viso coperto da una mascherina…con tanto di cane che fa pipì al seguito! Ovviamente, mi sono chiesta molto spesso cosa motivi queste persone, perché sia stato fatto così poco dal punto di vista normativo e quali sono le migliori strategie per far fronte a queste situazioni.
Iniziamo con il dare una definizione a questo fenomeno: cosa è il Cat-calling e come si configura dal punto di vista normativo?
L’Accademia della Crusca definisce il Cat-calling come “‘molestia sessuale, prevalentemente verbale, che avviene in strada.” La parola Cat-calling viene ricondotta ad una serie di comportamenti invadenti e fuori luogo come rivolgere pseudo-complimenti non richiesti, commenti volgari e insulti, fischi e colpi di clacson, seguire la persona con l’auto o a piedi, porre domande invadenti. Questi comportamenti hanno l’obiettivo e il risultato di spaventare, mettere a disagio e svilire e costituiscono un tipo specifico di molestia sessuale e di molestia di strada. Sono inoltre il frutto di una evidente mentalità sessista e svalutante. Il Cat-calling dunque non può essere giustificato come “complimento” ne tanto meno essere considerato un flirt, e il motivo è piuttosto semplice. E’ evidentemente un comportamento indesiderato dal destinatario, inoltre mancano i presupporti di corrispettività e consenso propri del gioco della seduzione. Ci terrei poi a sottolineare che questo consenso della essere esplicito, e non trovarsi solo negli occhi di chi guarda!
In alcuni Paesi, come la Francia e gli Stati Uniti, il Cat-calling è reato ed è severamente punito. La situazione in Italia è purtroppo diversa, infatti non esiste un vero e proprio reato di Cat-calling ma viene generalmente ricondotto ad una particolare categoria di reati che è quella molestia. L’art. 660 del codice penale punisce coloro che “in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, recano a taluno molestia o disturbo”. Questa norma ha come fine ultimo il tutelare la tranquillità pubblica, quindi il soggetto privato ne riceve tutela solo come riflesso. Il fatto che non esita uno specifico reato per il Cat-calling rende la dottrina piuttosto ambigua, ma la Cassazione stessa si è pronunciata diverse volte sul tema.
Secondo la Cassazione penale sez. V, 08/07/2019, n.48055: “Integra l’ipotesi di molestia ex art. 660 cod. pen. l’insistente comportamento, prolungato nel tempo, di chi “corteggia”, in maniera non gradita, una donna (profferendo al suo indirizzo espressioni a contenuto esplicitamente sessuale), seguendola in strada (sì da costringere costei a cambiare abitudini), essendo tale condotta rivelatrice di petulanza, oltre che di biasimevole motivo.”
Analizziamo ora le basi del problema: cosa spinge alcuni individui a comportarsi in questo modo?
La maggior parte di coloro che fanno Cat-calling sono spinti dal bisogno di ottenere potere sull’altro individuo svilendolo e sono soddisfatti non dall’atto in se, ma dalla reazione psicologica ed emotiva provocata. Secondo la professoressa di sociologia della Northeastern University Kathrin Zippel il Cat-calling è un modo, per l’uomo, di provare la propria mascolinità ed è causato da norme acquisite nel contesto socioculturale di riferimento. Dello stesso avviso è William Castello, professore alla St. John’s University, secondo cui spesso il fine ultimo di questo atto non è complire la donna in se. Si tratterebbe piuttosto di una dinamica prettamente maschile, una sorta di competizione al machismo guidata da una dilagante mancanza di autostima, delusione e frustrazione per la vita in generale.
Quali sono gli effetti sociali e psicologici delle molestie verbali contro le donne?
Gli episodi di Catcalling causano nelle vittime un vasto numero di sentimenti negativi:
- La rabbia: sentirsi oggettificati e svaluti causa sicuramente, in prima battuta, un sentimento di rabbia. La prima reazione sarebbe quella di rispondere per riequilibrare la propria posizione.
- Paura: nonostante la rabbia, si instilla nelle donne anche un sentimento di paura e timore non solo di poter essere oggetto della molestia, ma anche delle reazioni dell’offender qualora si reagisse.
- Impotenza e disagio: il non poter reagire provoca un sentimento di impotenza e disagio.
- Svilimento: essere oggetto di Cat-calling porta spesso a sentirsi svilite e degradate a oggetto del desiderio sessuale.
- Senso di colpa: ci si potrebbe anche sentire in colpa per essersi messi in una situazione di pericolo o questionare il proprio stile di vita sebbene, ci tengo a precisare, non vi è alcuna responsabilità nella vittima!
Dal punto di vista sociale, spesso le molestie influenzano lo stile di vita e le scelte delle vittime. Si decide di non percorrere determinate strade, non partecipare ad eventi, prendere la macchina piuttosto che i mezzi pubblici, rinunciare a un particolare tipo di vestiario perché ci si sente troppo esposti. Si cammina velocemente, tenendo la testa bassa, e non ci si ferma nemmeno per dare informazioni. Secondo uno studio internazionale realizzato da “Hollaback!“, gruppo statunitense anti-molestie, in collaborazione con la Cornell University circa l’84% delle donne sono state vittime di Cat-calling o molestie di strada prima dei 17 anni.
Come si può far fronte al problema?
Innanzitutto, per far fronte davvero ad un problema bisogna affrontarlo alla radice. Per poter efficacemente rispondere a questo fenomeno bisogna contribuire alla campagna di sensibilizzazione pubblica. Renderlo un problema conosciuto e confrontare le strategie da mettere in atto per contrastarlo. Sensibilizzare è necessario anche per spingere un inquadramento normativo più chiaro per il Cat-calling e seguire gli stessi passi della Francia e di altri Paesi europei ed extraeuropei.
In secondo luogo, prima di reagire in qualsiasi modo di fronte ad un episodio di Cat-calling o molestie di strada è bene valutare il contesto. Contrastare è un bene, ma senza mettersi in pericolo! Se ci si trova in un una strada trafficata controbattere è sicuramente più facile, si possono coinvolgere altre persone se ci si sente in difficoltà. Si può trovare riparo in un esercizio commerciale, qualora ci si trovi seguiti da un individuo del genere. Altrimenti l’indifferenza (a testa alta) è la migliore strategia, proprio perché si tratta di un modo per acquisire potere o scatenare una reazione. Avere il telefono a portata di mano, è sempre consigliabile, così come valutare l’acquisto di un dispositivo antiaggressione. In Italia, l’acquisto e l’utilizzo dello Spray al Peperoncino è consentito ai maggiori di 16 anni nel rispetto delle norme vigenti. Il suo utilizzo è regolamentato dal Decreto Ministeriale n. 103 del 12 maggio 2011. Una alternativa, valida anche per i minori di 16 anni , è l’allarme personale di emergenza: un dispositivo tascabile che emette un suono assordante, spesso provvisto anche di luci, che può essere utilizzato per attirare l’attenzione della gente, o spaventare efficacemente gli assalitori.
References:
- International Survay on street Harassment: Cornell International Survey on Street Harassment | Hollaback! Together We Have the Power to End Harassment (ihollaback.org)
- Decreto Ministero, Interno 12/05/2011 n° 103 (altalex.com)
- Cassazione penale sez. V, 08/07/2019, n.48055: https://www.cortedicassazione.it/cassazione-resources/resources/cms/documents/RassegnaPenale2015.pdf
- Art. 660 codice penale – Molestia o disturbo alle persone – Brocardi.it