Il libro di cui voglio parlarvi questo mese è opera di Luca Villa, pedagogista, mediatore familiare e criminologo che si occupa di mediazione familiare in ambito penitenziario nel contesto milanese. Villa collabora con una associazione chiamata “Il Girasole”, che appunto si occupa di creare percorsi di mediazione familiare con i detenuti di San Vittore, Bollate e Opera, soprattutto con coloro che si avvicinano al fine pena o che avranno la possibilità di avere accesso ai benefici previsti dall’ordinamento penitenziario. Alle famiglie, viene data la possibilità di svolgere colloqui in spazi neutri, ricucire i rapporti e creare nuovi equilibri. A beneficiarne sono non solo detenuti e familiari, ma in ottica più generale la società poiché nei condannati che hanno mantenuto i legami familiari il rischio di recidiva è tre volte più basso rispetta ai detenuti che invece con la famiglia hanno perso i contatti.
Il volume propone un modello di presa in carico del reo, che possa coadiuvarsi con il piano trattamentale che il detenuto segue all’interno dell’istituto penitenziario. Inoltre, il libro racconta casi concreti di detenuti sottoposti a mediazione familiare e delle loro storie. E’ un libro che racconta uno spaccato della popolazione carceraria a molti inedito, fatto di relazioni fragili e legami da salvare, di famiglie spezzate che cercano di ritrovarsi.
Una lettura che apre gli occhi!
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