Come ogni anno, durante il periodo delle feste natalizie, il numero delle truffe ai danni dei consumatori aumenta. […]
crimine
La teoria della “Triade di MacDonald”
fu proposta per la prima volta dallo psichiatra J. M.
MacDonald in “The Threat to Kill”, un articolo del 1963
sull’American Journal of Psychiatry.
Questa teoria postula che la presenza durante
l’infanzia di episodi di crudeltà sugli animali unitamente
ad episodi di piromania ed enuresi notturna sia
indicativo di un successivo comportamento aggressivo
e violento in età adulta.
Ma è davvero così?
La relazione tra disturbi mentali e criminalità, dal punto di vista accademico e forense, è stata negli anni oggetto di intenso dibattito. Tendenzialmente si è propensi ad associare alle persone con malattie mentali una maggiore inclinazione alla commissione di atti di violenza e aggressione, sebbene dal punto di vista statistico non vi sia alcun tipo di associazione che avvalori questo pregiudizio.
La percezione che i pazienti psichiatrici siano individui pericolosi è un costrutto che ci portiamo avanti dall’800, corroborato dalla rappresentazione mediatica del criminale che agisce per “follia”. Statistiche alla mano potremmo piuttosto affermare il contrario: le persone con malattie mentali hanno maggiori probabilità di essere vittime di crimini violenti.
Parlando di Serial Killer, è ancora molto diffusa l’errata concezione che si tratti di un fenomeno relativamente recente ed esclusivamente Americano. Nell’immaginario comune, forse fin troppo influenzato dalle decine di serie Tv che ci è capitato di vedere sul tema, ci aspetteremmo un Serial ad ogni angolo isolato di una grande metropoli. Non è così, ovviamente.
Con l’era digitale la tecnologia è diventata parte integrante delle nostre vite e permea la quotidianità degli individui. La tecnologia apporta alla nostra vita notevoli benefici ma ci espone anche a grandi rischi. La criminalità informatica, infatti, è diventata negli anni un problema serio a livello globale e la tendenza è in continua crescita.
Anche il criminale, come qualsiasi altro essere umano, vive calato all’interno di un determinato ambiente e e da esso viene influenzato. Le cause del crimine sarebbero quindi ascrivibili al contesto sociale, culturale e urbano in cui l’uomo vive.
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